eShoppingAdvisor, la prima piattaforma di recensioni per piccoli e medi e-commerce, è tra le startup selezionate dal Programma di Accelerazione di LUISS EnLabs, l’acceleratore d’impresa di LVenture Group (Maggiori info su questa news sul nostro Digital News). Ho avuto il piacere di visitare la sede storica di Luiss Enlabs di Roma anni fa (qui il video) e ho trovato una realtà innovativa che ha sicuramente tracciato una strada nuova in Italia.
Mi ha molto incuriosito l’iniziativa di eShoppingAdvisor; il tema delle recensioni è molto caldo e questa startup si pone proprio l’obiettivo di portare chiarezza e sviluppare opportunità per le aziende che operano nel settore e-commerce. Ho intervistato il Ceo Andrea Carboni per saperne di più.
INTERVISTA AD ANDREA CARBONI, CEO ESHOPPINGADVISOR
– Potresti descrivere in una frase l’utilità di eShoppingAdvisor e quale soluzione innovativa porta?
In una frase, eShoppingAdvisor è la guida di riferimento per lo shopping online sicuro. L’utente infatti, partendo dal prodotto desiderato, ha modo di trovare tutti gli e-commerce che vendono il prodotto desiderato già in ordine di reputazione. La reputazione (o rating) naturalmente è generato dalla media delle singole valutazioni dei clienti, attraverso le loro recensioni.
Lato utente, l’innovatività del progetto deriva quindi dal processo end-to-end che dalla ricerca del prodotto porta al confronto e all’acquisto in sicurezza, con una cura maniacale di ogni tassello del processo. L’e-commerce invece può sfruttare il traffico derivante dalla presenza sul portale che giorno per giorno è sempre più utilizzato dalle persone per le loro ricerche. Un sistema strutturato di raccolta, gestione e analisi delle recensioni consente inoltre di potenziare la presenza dei negozi sul web in termini di reputazione, visibilità e profitti orientando, nel contempo le scelte dei consumatori.
La ricerca accurata di chiunque venda online il prodotto oggetto della ricerca è resa infatti possibile dall’associazione di tutti i prodotti/servizi venduti al singolo e-commerce mentre un rating robusto derivante dalle recensioni e da precisi parametri tech consente di fare un confronto in totale sicurezza.
La nostra mission infatti è quella di aiutare i piccoli e medi e-commerce a emergere e prosperare sul web, nonostante Amazon e i big dell’online. Per farlo abbiamo creato, in pratica, un centro commerciale online di cui chiunque ha un e-commerce, volente o nolente, fa parte, riuscendo a emergere solo in base a parametri meritocratici (ossia, appunto, le recensioni).
– Esistono in Italia o all’estero Team che stanno sviluppando idee simili? Se sì in cosa pensate di differenziarvi?
In Italia, al momento sono presenti da un lato solo piattaforme di certificazione degli e-commerce basate sulle recensioni degli utenti e dall’altra piattaforme di aggregazione e-commerce aperte a pochi.
Nel primo caso manca spesso sia il portale pubblico e indipendente che la specializzazione sul mondo e-commerce oltre alla ricerca per prodotto e il confronto sulla base di un rating molto più robusto di cui le recensioni costituiscono solo uno dei tasselli.
Nel secondo caso, invece, si tratta di piattaforme di aggregazione e-commerce di cui fanno parte solo gli store iscritti a pagamento e pertanto con una scelta piuttosto limitata e una ricerca finalizzata al solo prodotto e non “e-commerce focused”.
La nostra attuale roadmap prevede la chiusura del cerchio già entro il 2020 con l’introduzione di un pacchetto e-commerce per le piccole realtà che consenta all’utente di acquistare il prodotto da eShoppingAdvisor all’interno della vetrina stessa. A fare da corollario importanti innovazioni quali le audio e video recensioni e un importante potenziamento della ricerca e dei criteri di sicurezza con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale.
– È previsto lo sviluppo in altri mercati e con quali tempi eventualmente?
Entro il 2020 puntiamo al consolidamento del mercato italiano veicolando attraverso il portale almeno l’1% degli acquisti online in Italia. Il nostro obiettivo è infatti quello di iniziare a generare una vera e propria inversione di tendenza portando gli italiani a preferire l’economia reale dei piccoli e medi e-commerce al “buco nero” dei grandi marketplace quali Amazon & C.
Entro il 2021 è prevista la traduzione del sito in Inglese e Spagnolo per sbarcare sul mercato spagnolo, anglosassone e dei paesi emergenti a più alta crescita sull’online.
– Quali capitali avete fino ad oggi raccolto? O a quale round state puntando per la crescita?
Crediamo molto sulle potenzialità del progetto e sulla sua scalabilità a livello globale e sappiamo quanto la comodità di una guida di riferimento per lo shopping online in sicurezza possa impattare realmente sul mercato e sulla sopravvivenza delle piccole realtà. Per questo sinora abbiamo scelto di sviluppare il progetto attraverso capitali propri e prestiti bancari. Nel 2019 ha inoltre creduto in noi “Sardegna Ricerche”, finanziando un progetto di sviluppo vicino ai 100.000 Euro e a Dicembre siamo entrati nel programma di accelerazione LuissEnLabs di LVenture, uno dei più duri e ambiti in Europa con un ulteriore contributo sino a 160.000 Euro.
Ora puntiamo a raggiungere le metriche per presentarci già al “Demo Day” di Maggio a una folta platea di investitori e fare il salto di qualità. Al momento non amo parlare di round ma è evidente che nutriamo una forte ambizione a riguardo.
– Quali difficoltà a rapportarsi con i venture capital? Ho l’impressione che cerchino forse modelli di business con scalabilità più rapida. Potrebbe la vostra azienda assestarsi come società di servizi agli e-commerce? Quindi crescere senza l’apporto ulteriore di venture capital?
Per i motivi sopra indicati abbiamo intrapreso solo di recente la strada dei venture capital. E’ indubbio che spesso si tratti di operazioni meramente speculative di breve periodo con l’intento non solo di rientrare del finanziamento erogato ma di conseguire un rientro almeno X 5. Il nostro obiettivo però diverge proprio su questo aspetto in quanto la nostra time line è certamente più lunga di chi fa il mestiere dell’investitore e freme per addivenire a risultato quanto prima.
L’opzione “lifestyle business” non è però contemplata in casa eShoppingAdvisor anche perché provengo proprio da un business “auto-alimentato” e la mission che ho abbracciato con ESA va, come detto, in tutt’altra direzione.
– Il modello di business è stato variato negli anni? Se sì in che modo?
Si certamente, il business è evoluto nel tempo in qualcosa di molto più ampio, interessante e unico. Quello che era considerato “il TripAdvisor degli e-commerce” con un modello freemium sta evolvendo, come detto, verso la guida di riferimento per lo shopping online sicuro diventando un tassello di un progetto molto più ampio. Al momento proponiamo infatti agli e-commerce tre tipologie di membership: un profilo “Free” gratuito, un profilo “Pro” a soli 39 Euro al mese e un profilo “Company” a soli 69 Euro per approdare poi a modelli custom “Enterprise”. Lo scopo è aiutare gli e-commerce ad accrescere la propria web-reputation attraverso il nostro protocollo R.C.R.E.A., ossia un metodo automatizzato e testato da tempo che consente di Raccogliere le recensioni, Certificarle, Rispondere e moderare, Esporre il proprio rating ovunque e Analizzarle per ricavare i punti di forza e i punti critici dell’e-commerce e migliorare il processo di vendita.
Con la guida di riferimento per lo shopping online e la viralità attesa punteremo parecchio sull’advertising e sul modello “pacchetto e-commerce” per le piccole realtà con un abbonamento “plus” e un piccolo contributo percentuale sul transato.
-Dal vostro punto di osservazione privilegiato qual’è lo stato dell’e-commerce in Italia? In cosa deve maturare il settore per avere tassi di crescita simili a quelli medi europei?
In Italia lo stato dell’e-commerce è fortemente influenzato da due fattori: l’età media della popolazione e il tessuto imprenditoriale. Dal lato consumer, quindi, abbiamo un target di acquirenti online giovani e con una disponibilità d’acquisto medio-bassa, che preferisce soluzioni veloci e a basso costo. Dal lato business, invece, a differenza di altri paesi europei, il fulcro dell’imprenditoria italiana è formato da piccoli imprenditori e imprese artigiane che faticano ad avviare un e-commerce in autonomia, sia per risorse che per know-how digitale, e si affidano ai grandi marketplace come Amazon, senza alcun ritorno in termini di visibilità e spesso economico. Vediamo due grandi leve di maturazione del settore nella progressiva crescita della popolazione online – si prevede che entro il 2023 raggiungerà la quota di 41 milioni – e nella possibilità di rendere indipendenti e autonomi i piccoli e medi e-commerce fornendo loro, come già facciamo, reputazione, visibilità e consulenza per costruire una solida platea di clienti sul web.