di Caterina Varpi
Aumentare le vendite e favorire la fidelizzazione dei clienti è fondamentale, ma i comandamenti del marketing tradizionale potrebbero non bastare se la scommessa è quella di favorire l’ecommerce in Italia. Il segreto? Potrebbe essere umanizzare gli acquisti.
Se, infatti, da un lato lo shopping on line nel nostro Paese risulta in crescita, dall’altro c’è ancora molto da fare. Esiste uno “zoccolo duro” che resiste all’acquisto in rete e lo sanno bene Andrea Carboni e Andrea Ghiani, gli imprenditori che a giorni spegneranno le prime due candeline di eShoppingAdvisor.com, la piattaforma che ospita le recensioni esterne ai siti web, assicurandone la certificazione ai negozianti e la gratuita ospitalità ai clienti, che nel tempo potranno contare su una banca dati per verificare la reputazione dei negozi.
I due founder hanno, infatti, deciso di puntare alla strategia del marketing “umano”, con un messaggio che parla non solo ai bisogni reali dei consumatori o addirittura alla loro creazione, ma anche all’etica. Una parola per nulla sconosciuta alla logica del marketing Human to Human (H2H), ed è in questa logica che le recensioni possono migliorare l’ecosistema dell’ecommerce.
“La tecnologia guida il passo del marketing dei nostri tempi, ma senza strategia sarebbe un lavoro a perdere. Vogliamo entrare in contatto con le persone, comunicare con loro in qualità di donne e uomini, seguire la loro esperienza umana prima ancora che di clienti – spiegano Carboni e Ghiani. – Ecco perché puntiamo moltissimo alla comunicazione di ciò che può significare recensire un negozio on line: dire la propria in tutta onestà e trasparenza in veste (autorevole) di utenti, usufruire dei feedback di altri clienti per farsi un’idea su un eshop che non si conosce, contribuire a rendere il web un luogo dove è possibile trarre vantaggio grazie all’azione di tutti. In poche parole, un luogo più umano”.
Per quanto riguarda il business, per convincere gli eshop ad investire sulla piattaforma, sono necessari due elementi: costi ridotti rispetto ai competitor e una comunicazione diretta alla grande community che ama comprare on line, spiegano i due imprenditori: “Diciamo chiaramente ai negozi on line che oggi, se vuoi sopravvivere nel mercato digitale, è la web reputation a fare la differenza. In Italia spesso i negozianti hanno paura delle recensioni proprio perché rappresentano quel rapporto 1:1, quel ‘faccia a faccia’ con il cliente, che invece è assolutamente normale nel negozio fisico. Sarebbe invece molto pericoloso diventare invisibili per carenza di recensioni. Per questo investiamo quotidianamente la nostra energia su strumenti di marketing digitale omnichannel quali social, blog e newsletter, e con un tono di voce aziendale che nulla ha a che vedere con quello impersonale degli anni scorsi. Crediamo che a fine giornata, indipendentemente che si lavori per un’organizzazione business-to-business (B2B) o business-to-consumer (B2C), si stanno comunque creando connessioni human-to-human (H2H)”.
Il metro di misura del successo diventa dunque l’engagement, la creazione di comunità, la qualità che deve prevalere sulla quantità. Solo belle parole? “No, se alla fine sono queste a creare fiducia e dunque successo. E questo, ad un certo punto delle storie imprenditoriali, è facilmente misurabile”.